O nasci già morto o ti sorbisci l'inevitabile cliché della maturazione musicale e, dato l'evidente ossimoro, il passaggio sotto la sbarra della maggior età dell'artista è dovuto. Naturalmente vi è un pedaggio da pagare, pedaggio normalmente costituito da un cambio di sound, dalla necessità di sembrare più vecchi, dal farsi crescere la barba e i capelli bianchi e dal darsi un'aria intellettuale, da gente vissuta della serie "il mondo l'ho visto tutto ed è una grande delusione". Bisogna cambiare e/o reinventarsi per essere maturi, perché quello che è stato fatto prima viene sempre considerato un po' insipido, "Qui manca questo, qui quello, ah vabbè ma erano giovani" , insomma al cliché non si sfugge, per conferme chiedere ai Ministri, attesi al casello autostradale con il loro ultimo lavoro Fuori. Il Sole apre il cd e subito martella; grinta e sudore scazzottano con cori orecchiabili; il risultato è un pezzo quadrato che istintivamente fa pensare che i Ministri non siano cambiati di una virgola, neanche il tempo di farsi questa convinzione che Gli alberi prima, con il suo tempo sfasato, e Vestirsi male poi, con la sua chitarra acustica fa venire in mente una foto sbiadita fatta al mare con qualche fotocamera usa e getta, facciano crollare i castelli di carta in via di progettazione. I suoni si fanno più rarefatti e meno limpidi e si inizia soprattutto a far caso alla diverse novità : il rullante spesso si fa elettronico, l'uso massiccio di tastiere, il distorsore impostato spesso sull'off e vari inserti che difficilmente ti saresti aspettato a primo acchito fanno storcere il naso. La città senza fiumi, l'emblema del cambio di rotta, è un pop malinconico pronto a spaccare in due le schiere di fan. Vorrei vederti soffrire è una sorta di colonna sonora di un film che diviene surreale quando la voce di Autelitano canta: "Hai mai chiesto aiuto, te ne sei mai vergognato". Una questione politica è prima straziante e ricca di significato, tanto da farti pensare: "Che diamine stiamo combinando?", e poi disorientante e cattiva quando al minuto 02:26 mostra i muscoli dando una drastica sferzata al beat. È una sirena ad aprire Tutta roba nostra: qui il piano si adagia su un pacato cavalcare di batteria e, quando bisogna far la voce grossa, sono le tastiere a prendere la scena e non la chitarra come forse sarebbe successo qualche anno fa. La polvere sulle vecchie giacche minstriche, viene prima annusata e poi spazzata via da Che cosa ti manca, Mangio la terra e Noi fuori, in cui le luce dei distorsori diventa di nuovo rossa e il sudore torna a scorrere. Il greggio fuoriuscito da La petroliera contamina il pop dei Ministri, facendolo diventare scuro ed introspettivo e, contemporaneamente, collabora a dar vita ad uno dei migliori pezzi dell'album. Quando sembra arrivato il momento di riporre il cd nel cofanetto, dal nulla parte una ghost track di quelle che lasciano il segno, sembra che durante l'album tutta l'energia sia stata volutamente repressa per poi essere liberata in un sol getto, quasi a voler sottolineare che i Ministri, girando e rigirando, restano sempre degli inguaribili rocker. Fuori è un lavoro maledettamente insidioso, pieno di trappole, dopo un primo ascolto lascia l'amaro in bocca, e si rischia di cestinarlo fin troppo frettolosamente: é con gli ascolti che però da il meglio di sé, si iniziano a capire le varie sfaccettature, si inizia a capire che i Ministri non sono cambiati di molto, restano e sono sempre loro. Si capisce che ad essere cambiata é soltanto l'attitudine, più aggressiva una volta, più cantautorale oggi, ma lo spirito guerrigliero è sempre lo stesso, l'ispirazione poetica di Dragogna è sempre la stessa e la frustrazione generazionale resta la stessa: qui, vengono però riproposte in tinte più malinconiche, una malinconia che funziona da collante per tutto il cd e che lascia un piccolo solco ad ogni ascolto, da riempire immedesimandosi nel cd e riversando le proprie storie nelle parole di ogni singola canzone. Maturazione o meno, i Ministri convincono.
Fonte: http://delrock.it/album/2010/ministri-fuori.php
Link: http://ul.to/xiq3tsru
Nessun commento:
Posta un commento