giovedì 1 dicembre 2011

Fabrizio De André - Anime salve


Frutto di un lavoro a quattro mani di De André con il collega e concittadino Ivano Fossati, che era già stato suo collaboratore episodico in passato,[6] Anime salve è considerato da molti il testamento non solo musicale di Fabrizio De André,[7] ma anche spirituale, soprattutto per la presenza del brano di chiusura dell'opera, Smisurata preghiera.[8][9] Attraverso i brani del disco, il cantautore intraprende un percorso ideale nell'anima del mondo degli umili, dei reietti e dei dimenticati, sempre molto caro al cantautore.[10] Il tema prevalente è la solitudine in tutte le sue forme:[11] quella della transessuale, del Rom, dell'innamorato, del misero pescatore di acciughe, anche (in positivo) quella scelta come condizione ideale. Lo stesso titolo dell'album deriva dall'etimologia delle parole "Anime" e "Salve", e sta a significare "spiriti solitari".[7] L'intero disco può essere considerato un "elogio della solitudine", che permette di essere liberi e non condizionati dalla società[12] come spiegato dallo stesso De André durante un live poi pubblicato nell'album Ed avevamo gli occhi troppo belli:
« [Anime salve] trae il suo significato dall'origine, dall'etimologia delle due parole "anime" "salve", vuol dire spiriti solitari. É una specie di elogio della solitudine.
Si sa, non tutti se la possono permettere: non se la possono permettere i vecchi, non se la possono permettere i malati. Non se la può permettere il politico: il politico solitario è un politico fottuto di solito. Però, sostanzialmente quando si può rimanere soli con sé stessi, io credo che si riesca ad avere più facilmente contatto con il circostante, e il circostante non è fatto soltanto di nostri simili, direi che è fatto di tutto l'universo: dalla foglia che spunta di notte in un campo fino alle stelle. E ci si riesce ad accordare meglio con questo circostante, si riesce a pensare meglio ai propri problemi, credo addittura che si riescano a trovare anche delle migliori soluzioni, e, siccome siamo simili ai nostri simili credo che si possano trovare soluzioni anche per gli altri.

Con questo non voglio fare nessun panegirico né dell'anacoretismo né dell'eremitaggio, non è che si debba fare gli eremiti, o gli anacoreti; è che ho constatato attraverso la mia esperienza di vita, ed è stata una vita (non è che dimostro di avere la mia età attraverso la carta d'identità), credo di averla vissuta; mi sono reso conto che un uomo solo non mi ha mai fatto paura, invece l'uomo organizzato mi ha sempre fatto molta paura. »
(Fabrizio De André, Elogio della solitudine, tratto da Ed avevamo gli occhi troppo belli)
Lo stesso De André, nel corso del concerto tenuto al Teatro Brancaccio di Roma nel 1998, definirà Anime salve un «discorso sulla libertà».[13]
Le canzoni dell'album, arrangiate da Piero Milesi,[14] sono caratterizzata da una ricerca sonora indirizzata verso ritmi e temi tipici della cultura musicale sudamericana, cari a Fossati ma che hanno appassionato anche De André stesso fin da giovane, e verso il tropicalismo di Caetano Veloso, ma vi sono anche chiari riferimenti alle atmosfere balcaniche e mediterranee. Due dei brani del disco, Prinçesa e Smisurata preghiera, hanno inoltre una precisa matrice letteraria per i rispettivi testi.[15]
Anche in quest'ultimo disco De André fa uso di dialetti ed altre lingue: i cori di Prinçesa sono in portoghese del Brasile, i cori di Dolcenera e l'intero testo di  cúmba sono in genovese, il finale di Khorakhané è in lingua rom, mentre il titolo della sesta canzone, Disamistade, è un termine sardo dalla forte connotazione sociale.
L'apparente incongruenza dell'opera è dovuta alla disputa, avvenuta nei due anni passati in sala di registrazione, tra la "corrente paganiana" che prediligeva ritmi e sonorità mediterranee (sulla scorta di Crêuza de mä) e la "corrente fossatiana" che intendeva realizzare un unicum musicale sudamericano. Dopo innumerevoli facimenti e rifacimenti, De André ha poi optato per una miscellanea delle contrastanti posizioni. Per fare questo si è rivolto a Piero Milesi, che aveva avuto modo di conoscere bene durante la realizzazione del precedente album Le nuvole[senza fonte] .
Nei crediti compare anche una dedica al percussionista Naco, al secolo Giuseppe Bonaccorso, scomparso pochi mesi prima della pubblicazione del disco, per un incidente stradale. Naco è presente in tutti i brani dell'album, contribuendo non poco alle sonorità con un gran numero di strumenti anche non canonici.


Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Anime_salve

Link: http://ul.to/197lrfs7

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